Hanno scritto del suo lavoro:
(in ordine cronologico):
Stralci da presentazioni e recensioni:

Pier Carlo Santini
Giovanni Colacicchi
Alessandro Arrocchi
Manfredi Lombardi
Elvio Natali  rece 1  rece 2
Massimo Di Volo
Gonni Gonevitc
Franco Solmi
Domenico Cara
Dino Villani
Mario Lepore
Tommaso Paloscia
Walter Heichin
Luciano Bianciardi
Aurelio Natali
Mario Passoni
Gianni Cavazzini
Giovanni Paganin
Mario De Micheli
Paolo Cassiani Ingoni
George Kay
Giorgio Seveso
Alberto Schiavo
Piero Del Giudice
Roberto Tabozzi
Mauro Furgeri
Maria Bernardini
Rossella N. Falchini
Lorena Corradini
Piero Del Giudice
Elena Capone
Federica Lessi
Paolo Russo
Andrea Baldocchi
Piero Del Giudice


P.M.
Andrea Baldocchi (2013)
Elena Capone (2018)
Elisa Favilli (2021)



Giovanni Colacicchi 1956: ...I suoi procedimenti sono rapidi e conclusivi, dettati solo dalle sue interiori esigenze. Non c'è caso che egli addolcisca o levighi il suo modo di fare, per obbedire ad esterni fini dì piacevolezza. La sua pittura è aspra, talvolta anche spiacevole; ma sempre ne scaturisce un'immagine viva, un carattere.

Manfredi Lombardi 1966:  La sua origine come pittore si perde nella notte della società dove l’uomo è compresso dalla costruzione piramidale che lo sovrasta e gli inibisce la vita.
La sua avventura parte dall’interno di quelle forme vitali che vogliono esplodere ed esprimersi.
Operaio alla Magona disegna i compagni: è il primo gesto di rivolta contro una destinazione spietata, contro il rombo dell’altoforno, che ingoia generazioni, che impone un ordine di ferro alla loro vita. ...

Franco Solmi 1967: ...Sotto le corpose, sanguigne scorrerie del pennello che impasta materia densa e brumosa, tagliata qua e là dalla luce improvvisa in un rosso violento o di un verde penetrante, si avverte la presenza di grigi nebbiosi, lividi, a volte svariati in un bianco lattiginoso che furono caratteristici della pittura milanese degli anni cinquanta...

Aurelio Natali 1967: ...Sono immagini tagliate con classica semplicità, essenzializzate senza giungere mai all'abrasione del tessuto descrittivo, rese solide da un energica strutturazione, in particolare indicheremo, in questo senso, i paesaggi di Firenze dove la composizione appare completamente staccata da ogni reminiscenza vedutistica. Il colore vi è sempre denso, di tonalità bassa, una ventata autunnale piena di penosa mestizia; qua e là ecco però accendersi, acquistare riverberi verde azzurri che danno al quadro una improvvisa dilatazione fantastica.

Elvio Natali 1968   ...Cavallini non trascende l'oggetto, non lo macera né lo schematizza: ne rispetta la dimensione umana e naturale. Eppure non è trascrizione: è reinvenzione, come vuole la più incontestabile norma del fare artistico. E' interpretazione psicologica nei ritratti; ritmo vagamente barocco e metafisico nell'apparente realismo delle nature morte; tensione dinamica negli scorsi paesistici...

Luciano Bianciardi 1968: ...Ogni tanto ci si rivede, ma siamo fra i pochi a non compiangere l’uno sulla spalla dell’altro gli anni passati.  No, Furio mi chiede cosa ho scritto, io gli chiedo cosa ha dipinto. Fra noi due, sono queste le sole cose che contano. Si capisce, insieme al resto, alle persone che ci vogliono bene. Con quelle, e con il nostro mestieraccio, non si lesina mai.

Gianni Gavazzini 1976: ...una passione che lo conduce a identificare l'urgenza della pittura con il corso tumultuoso dell'esistenza; una passione imperiosa che ha istigato l'artista a seguire gli impulsi di una ciclica chiamata, da Piombino a Milano, poi al rientro in Toscana e ora di nuovo a Milano e v' è da essere certi che non vi sono altre ragioni, in queste migrazioni, al di fuori della pittura (e ciò equivale a dire, per Furio, le ragioni della vita)...

Mario De Micheli 1979: ...Egli è un pittore toscano, inserito in una tradizione che va da Viani a Rosai, è un pittore che dipinge con vigore, con impasti densi, con colori profondi, qua e là accesi da bagliori e combustioni. La sua è una pittura tesa risolutamente alla rappresentazione. Ha spessore e risonanze, una sua virile austerità. In altre parole, è una pittura di sicuro e stretto valore espressivo.

Giorgio Seveso 1983: ...non è soltanto un'adesione naturalistica, un effetto di gusto per il paesaggio che lo muove quanto invece (e si sente), una sorta di ritrovamento affettivo, di scavo e ricerca su materiali emotivi della memoria.

Piero Del Giudice 1996: ...Si tratta di luoghi dipinti dove di continuo interviene la memoria ("qui ho fatto il boscaiolo con mio padre","su questi sentieri ho camminato per giorni e anni dal paese alla macchia" ,"in queste colline ho visto i soldati morti nelle trincee scavate"), la memoria che diventa narrazione. E si tratta di luoghi più vasti, di luci vivide per il temporale appena passato che accendono i colori, tramonti che rendono cupo il carminio delle colline basse, venti di mare che contrastano nei cieli tumultuosi all'orizzonte coi venti di terra, sequenze splendide, senza tempo, delle colline dell'alta Maremma, accensione fisica, gestuale, del paesaggio, del fogliame della boscaglia, della fitta macchia.